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Nei ventimila metri quarti allestiti alla Fiera di Roma si è svolta la prima kermesse esclusivamente dedicata al padel della capitale.

Se Roma è capitale nazionale di uno sport, certo non è il calcio né il baseball ma il Padel e francamente ci si aspettava di più. Tanti gli ospiti, gli  eventi, i tornei, le dirette social ma noi che siamo stati invitati ed abbiamo vissuto la fiera del Padel di poche settimane fa a Milano siamo rimasti un po’ delusi. Luigi Carraro, ospite della seconda giornata, ha commentato così l’evento: “Sono enormemente contento per la riuscita di questa manifestazione che ha per la prima volta dato alla Capitale la possibilità di mostrare tutta la sua potenzialità nel campo del Padel – le sue parole – è,  inoltre, per me motivo di orgoglio apprezzare il risultato ottenuto in pochissimo tempo dall’organizzazione che ho appoggiato sin dall’inizio nonostante le titubanze di tutto il mondo sportivo“.

Si tutto corretto ma ormai, soprattutto per Roma, non si può più parlare di potenziale nel campo del Padel ma di progetti finiti con unico obiettivo: il successo.

Sui 10 campi allestiti che prendevano nome dalle piazze e dai monumenti di Roma si sono susseguite partite e sfide ad altissimo livello in particolare nell’ultima giornata della manifestazione, nelle altre due giornate il livello delle “star” era un po’ low cost.

Sul campo Fori Imperiali, quello dedicato alle iniziative della Fitp, è andata in scena la tappa romana del torneo Grande Slam organizzato, appunto, dalla Federazione Italiana Tennis e Padel. Una delle protagoniste è stata Roberta Vinci, terza agli ultimi mondiali di Padel con la nazionale italiana dopo una brillante carriera nel tennis: “Dal tennis al Padel il passo è breve, difficile ma divertente – il suo pensiero – Ci sono tante differenze tra le due discipline e credo che il Padel possa praticarlo chiunque, e chi ha giocato a racchettoni in spiaggia può dire la sua su un campo del genere. La fiera è molto bella, con tanta gente e stand ed è ancora più bello vedere molto movimento per questo sport“.

Nel torneo “Legend” si sono sfidati gli ex giocatori e gli esponenti del giornalismo televisivo, tra cui Nicola Amoruso, Christian Brocchi, Mark Iuliano, Alessio Cerci, Ciro Ferrara e Dario Marcolin. Quest’ultimo la vera punta di diamante forse di tutta la tre giorni capitolina.

Dopo il calcio, il padel è un’altra passione e ha preso un po’ tutti – ha detto Brocchi – È uno sport meraviglioso perché può giocare chiunque, ti coinvolge e ti dà un po’ di adrenalina di cui noi ex calciatori abbiamo bisogno. Siamo coinvolti, ci piace e ci divertiamo. È un piacere partecipare a questi eventi belli“.

Le “Legend” hanno poi dato vita a una sfida dal forte valore inclusivo con i “Bionic People”, dell’Inclusive padel tour, un evento fortemente voluto dagli organizzatori Rolando Luzi e Francesca Nucci. I “Bionic People” hanno giocato la prima tappa dell’Inclusive padel tour per poi disputare la finalissima sul campo centrale del padiglione 3. “Siamo contenti di partecipare a questi eventi che fanno crescere sempre di più il movimento padelistico – racconta Nicola Amoruso.

In conclusione nulla di nuovo rispetto alla Fiera di Milano di metà gennaio dalla quale si sarebbe potuto prendere spunto per fare meglio o anche qualcosa di diverso invece è sembrata un’occasione persa per diventare la kermesse  di riferimento del Padel italiano. Confidiamo nella seconda edizione.

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